mercoledì 19 giugno 2013

Cacao o Chocolate?





In un viaggio per mare, molto spesso i momenti più interessanti non sono quelli della navigazione, ma piuttosto le esperienze vissute a terra, è stato certamente cosi per la visita che abbiamo fatto alla comunità “Ngöbe” partendo da Boca de Toros.
Tostatura dei semi di cacao

"Orebä" è la parola che indica il cioccolato nella lingua degli Indios Ngöbe, dopo aver passato quasi un intera giornata nella comunità Ngöbe nella Valle las Perlas sul Rio Este Arriba, mi ricordo solo due vocaboli del loro antico e gutturale idioma: Orebä  e "Qui" che significa pollo, le due cose che abbiamo mangiato. Inutile dire che l'orebä" era squisito, il "qui" solo buono!

Gli Ngöbe  sono la più grande tribù degli abitatori originari dell'istmo di Panamà, sopravvissuti ai conquistadores e alla loro "civilizzazione". Quelli che abbiamo visitato nella loro valle immersa nella giungla, poco distante dalla città di Almirante, sono sicuramente riusciti recuperare una loro dignità e indipendenza economica, attraverso la coltivazione della pianta del cioccolato e la lavorazione e commercializzazione del suo frutto; operazioni che avvengono senza l'ausilio di nessun mezzo meccanico o chimico.
Conoscevamo dai tempi del Brasile il frutto e la pianta del cacao (originari della foresta Amazzonica e trasmigrati in epoche remotissime in Centro America), ma mai avevamo visto una piantagione o assistito alla lavorazione dei semi.
La piantagione nella giungla

Il termine piantagione s'addice poco a quello che abbiamo visto, nella Valle de las Perlas le piante di cacao sono sparse lungo pendii scoscesi all'interno della giungla che è stata appena ripulita in brevi tratti a colpi di machete per far posto alle piante di cacao e ad altre piante da frutto (banane, manghi, aguacate...) che hanno il principale compito di difendere il delicato cacao dagli attacchi di parassiti e altri predatori.
La cura delle piante e la raccolta dei frutti è affidata agli uomini della tribù, mentre le donne si occupano della fermentazione dei semi (otto, nove giorni), e dell'essiccazione ( dai nove ai quindici giorni.
Frutto del cacao pronto per essere colto

A questo punto i semi sono pronti per essere venduti a una società  svizzera, che gli paga una miseria, meno di un euro al chilo, e credo poi venda il prodotto finito, definendolo cioccolato biologico o qualcosa di simile, a prezzi da gioielleria.
Non tutti i semi finiscono però in Svizzera, una parte rimane agli Ngöbe per il loro tradizionale consumo, e ora anche per essere venduto ai visitatori e in un piccolo negozio di nicchia di Bocas del Toro.
Macinatura dei semi tostati
Silvia si cimenta nella macinatura

La lavorazione finale dei semi di cacao è di sicuro la parte più interessante, anche perché culmina con la degustazione del cioccolato!
I semi vengono prima tostati in bacili di ferro su un fuoco di legna, e già a questo punto possono essere gustati, in seguito si procede alla macinazione con una macina a mano di pietra, o ora anche con macinini meccanici, tipo quelli usati dai macellai.
, e si ottiene la polvere di cacao, con cui le donne Ngöbe fanno cialde o barre di coccolata dal colore marron scuro.
Il gusto è molto lontano da quello morbido e cremoso a cui siamo abituati, è più secco, leggermente aromatico e quasi per nulla dolce, a primo acchito può lasciare perplessi, ma dopo un poco ci si rende conto che questo è il vero sapore del cioccolato e difficilmente si potrà ritornare a quello industriale.
alla conclusione della visita ci è stato offerto un frugale, ma buon pasto a base di "qui" = pollo 

Gl Ngöbe coltivano e producono il cioccolato ancora con metodi tradizionali, ma non sono restati indietro con i tempi, hanno, infatti anche una pagina:
https://www.facebook.com/Orebachocolate/photos_albumshttps://www.facebook.com/Orebachocolate/photos_albums

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