domenica 3 agosto 2014

Il mistero della mappa di Piris Reis






In occasione del primo mio scalo, al Museo Oceanografico di Rio Grande do Sul, nell'Aprile del 2006, ci trovammo una sera, con un piccolo gruppo d'altri naviganti, attorno al tavolo della piccola Club Hause, ospiti di Lauro Bacellos, il colto direttore del Museo. 
Un ottima cena, un atmosfera cordiale e rilassata, dunque la cornice ideale per divagazioni a ruota libera sulla navigazione, gli oceani e i misteri a questi collegati.  
Tutti i convenuti, erano arrivati in Brasile attraversando l’Atlantico dall’Europa, fu quindi naturale che il discorso scivolasse su Cristoforo Colombo, e su gli altri grandi navigatori del passato, che contribuirono alla scoperta ed esplorazione del continente Americano.
Consegna della bandiera del Jonathan a Lauro Bacellos
Lauro, ad un certo momento, indicando la riproduzione di un antica mappa appesa alla parete, decorata da tante bandiere, compresa quella del Jonathan che avevamo appena donato al Museo, affermò con sicurezza che di certo non fu il navigatore genovese a scoprire per primo il continente americano, ma che questo era già noto da tempo; come appunto dimostrava la mappa che ci aveva appena indicato.
Riconobbi subito una carta che avevo già visto, molti anni prima, in un bazar di Marmaris (Turchia), si trattava, infatti, della mappa disegnata dall’Ammiraglio Ottomano Piris Reis,
Il soffitto della Club Hause del Museo Oceanografico
quando la vidi la prima volta mi limitai ad apprezzarne la squisita fattura grafica, ma non mi parve molto differente, da altre mappe d’epoca tardo-medioevale, approssimative e fantasiose nei dettagli geografici.
Ora Lauro, asseriva, che la mappa, era antecedente ai viaggi di Colombo, e quindi provava, in modo inequivocabile, come il continente Americano, fosse già noto in epoche precedenti alla sua scoperta ufficiale.
Quella sera nessuno dei convitati aveva sufficienti informazioni per contestare l'affermazione del nostro anfitrione, e la conversazione ben presto si spostò poi sui soliti luoghi comuni inerenti alla scoperta dell’America; i vichinghi d’Erik il Rosso, forse gli antichi Egizi...ecc.
Rientrato in Italia, riordinando i miei appunti di viaggio, m’imbattei nuovamente nella citazione di questa mappa, e mosso da curiosità, diedi inizio ad una ricerca sul web attorno all'argomento.
La ricerca portò ad una vera e propria montagna di risultati, che come accade spesso sul web, si diramavano in innumerevoli ramificazioni, che portavano nei luoghi più disparati e, a volte, improbabili.
Credo che l’argomento sia molto interessante per tutti i naviganti-viaggiatori, ho quindi pensato di raccogliere, senza nessuna pretesa scientifica e senza voler giungere a nuove e sconvolgenti rivelazioni, un compendio della mia ricerca, qualche link e alcune mie personali, e pertanto ininfluenti, conclusioni.


Il PERSONAGGIO


Muhiddin Piri Ibn Haji Mehmet noto a noi come Piris Reis, nacque a (Gallipoli http://it.wikipedia.org/wiki/Gallipoli_(Turchia), sulla sponda europea del Bosforo) tra il 1465 e il 1470 e mori al Cairo, nel 1554 o nel 1555.
Ammiraglio della flotta di Solimano il Magnifico, compi numerose imprese guerresche nelle tormentate acque del Mediterraneo, guadagnandosi fama e ricchezza, ma la passione principale di Piris Reis erano le antiche mappe e la cartografia.
La sua professione gli forniva l’occasione di visitare molti paesi, ed il suo rango, gli consentiva l’acceso a parecchie fonti d’informazione, anche riservate, quali archivi di stato e biblioteche.
Si racconta che, alla fine della sua vita, avesse raccolto un’imponente quantità di antiche mappe e portolani, collezione, che purtroppo, andò perduta.
La fama acquisita da Pris Reis, come cartografo, indusse il Sultano a commissionargli la stesura di un Portolano (Kitabi Bahriye" (Il Libro del Mare), in cui dovevano essere descritte tutte le terre allora conosciute.
Come accadeva spesso allora carriera dell’Ammiraglio-cartografo, ebbe un tragico epilogo; accusato di corruzione e tradimento, venne decapitato, per ordine del medesimo Solimano, e probabilmente la brusca interruzione della vita di Piris Reis non gli ha permesso di concludere completamente la sua opera e di tramandare in modo compiuto la siua collezione e le sue conoscenze, ccomprese le fonti a cui attinse molte delle sue stupefacienti informazioni.

La Mappa.
Nel 1929, durante i lavori di ristrutturazione dell’ex palazzo imperiale (il Topkapi), ora trasformato in museo, il direttore rinvenne due mappe, realizzate su pelle di gazzella, firmate dall’Ammiraglio Piris Reis, e con primi rilievi effettuati la mappa fu  fatta risalire al 1513.
Nel 1931 la mappa fu ufficialmente presentata al pubblico, in occasione del 18° congresso degli Orientalisti, tenutosi in Olanda.
Il mondo scientifico si rese immediatamente conto dell’eccezionalità del ritrovamento, delle implicazioni e degli enigmi, che questa antica carta portava con se.
Oggi noi non abbiamo, però, l'intera mappa di Piris Reis che doveva rappresentare il mondo intero, ma solo una piccola porzione.
La parte, di cui disponiamo, rappresenta, sul lato Est la penisola Iberica, ed una grande porzione dell’Africa, ad Ovest la zona del Mar dei Carabi, e tutta l’America del sud sino ad una terra che alcuni, studiosi, identificano con l’Antartide.
Dalle note, vergate dal medesimo Piris Reis, si evince, che la mappa è stata realizzata partendo da diverse mappe sorgenti, di cui alcune tratte da carte di coevi esploratori portoghesi, altre dalle mappe già in possesso di Cristoforo Colombo, ed altre ancora d’epoca Alessandrina.
Piris Reis si autodefinisce, quindi, come un mero compilatore, o come diremmo oggi, un assemblatore d’informazioni reperite in differenti fonti.
Il medesimo Piris Reis, asserisce d’aver ricevuto le carte di Cristoforo Colombo, dalle mani di un marinaio spagnolo, che partecipò ai primi viaggi di Colombo; il marinaio, di cui non si conosce il nome, fu fatto prigioniero dalla flotta Ottomana, nel corso di uno scontro navale in mediterraneo, probabilmente nei pressi di Gibilterra.
Nel 1953, un ufficiale della Marina Turca, consegna la mappa al capitano Arlington H. Mallery, dell’Istituto Idrografico della Marina degli Stati Uniti, perché fosse esaminata secondo i criteri della moderna cartografia.
Nel 1960 il Tenente Colonnello Harold Z. Ohlmeyer, della Marina degli Stati Uniti, redige una relazione ufficiale delle analisi effettuate sulla mappa.
Inoltre dai rilievi effettuati nel 1953 e nel 1960, emergono alcune considerazioni molto precise:
1-  La posizione in latitudine delle terre disegnate è molto esatta, circa1° d’errore. (Si noti che giusta latitudine, poté essere definita solo dopo il 1753. n.d.a.)
2-   La mappa è stata disegnata con un sistema di proiezione, molto simile a quello utilizzato ora, cosa che presuppone che l'estensore avesse un’elevata conoscenza della trigonometria sferoidale.
3-   Le terre rappresentate nella parte meridionale, coincidono in maniera stupefacente, alla linea costiera dell’Antartide, come apparirebbe se fosse priva della calotta di ghiacci.

Sostenitori ed Oppositori

Naturalmente la Mappa di Piris Reis, (ed altre antiche carte consimili, anche se non coeve), diedero luogo a tutta una serie di teorie e polemiche tra scienziati e studiosi. Tra queste è di particolare interesse la teoria sviluppata da Charles Hapgood che nel 1966, pubblicò un articolo in cui sviluppava una complessa teoria geografico-archeologica, in cui tendeva a dimostrare, non solamente la veridicità delle mappe, ma anche che queste rappresentavano il continente Antartico, sede di un’evoluta società antidiluviana coincidente con il mito d’Atlantide.
Come sempre, il mondo scientifico, si divise in due partiti:
Da un lato gli assertori della veridicità della Mappa sostenenti la tesi che Piris Reis avesse copiato le carte da mappe sorgenti risalenti ad un’epoca antecedente al diluvio universale (ossia almeno 11.000 anni or sono, quando è accertato che la calotta Antartica era in parte libera dai ghiacci). 
Principale e più blasonato esponente il già citato Hapgood.
Dall’altro gli scettici e realistici, che tendono a dimostrare come le mappe dell’Ammiraglio Ottomano, siano un prodotto della sua epoca, e quindi tratte unicamente dalle informazioni già esistenti in quel preciso momento; al proposito si veda la rigorosa relazione di .Diego Cuoghi

Per comodità si potrebbero definire Sostenitori, gli appartenenti al primo gruppo, ed Oppositori, quelli del secondo.

Le ragioni dei Sostenitori:
1-  Nel 1513 la scoperta delle Americhe era troppo recente per consentirne un’accurata cartografia.
2-  Se è possibile affermare che la zona Caraibica sia tratta dalle informazioni di Cristoforo Colombo, come lo stesso Piris Reis dichiara (cartografia, per altro, assolutamente inesatta n.d.a), è ben difficile pensare che tutta la costa del Sud America fosse cartografata con tale precisione solo tredici anni dopo la sua scoperta; a tal proposito può essere utile la seguente tabella cronologica.



data
Navigatore, autore
Terra scoperta
Nota
1492
Cristoforo Colombo
primo viaggio e scoperta dell'America
1500
Vespucci
al Rio delle Amazzoni
Calcolo empirico, sulla posizione della luna, per determinare la longitudine.
1500
Cabral
Porto Seguro
22-apr
1500
al Rio delle Amazzoni
26-gen
1501
Cabral
Salvador de Bahia primo novembre
1502
Vespucci
Rio de Janeiro
1502
Vespucci
Rio della Plata
1502
Vespucci
Rio Cananor.
 Forse al 52° S.?
1504
Vespucci
Fernando de Nornha
1513
Piri Reis
mappa
1531
Magellano
a sud del 40°
1549
fondazione di Bahia
Ben rappresentata sulla mappa.
1592
John Davis
scopre le Falkland
1615
Circumnavigazione del Cabo de Horne
1642
Tasman
Australia
1753
Determinazione della Latitudine

3-  Nella mappa del Sud America, Piris Reis disegna ed indica la cordigliera delle Ande, all’epoca ignota, e rappresenta i lama ed i puma, specie ancora sconosciute.
4-  La latitudine è quasi perfetta, cosa per l’epoca ritenuta impossibile.
5-  Le terre a Sud coincidono con il profilo dell’Antartide come privo di ghiacci, il che significherebbe che questa area fu rilevata almeno 11.000 anni or sono

Seguendo questo ragionamento si può pensare che Piris Reis utilizzò effettivamente delle mappe sorgenti rinvenute nella Biblioteca Alessandrina, - quella fondata da Alessandro Magno e distrutta in epoca cristiana da dei fanatici - e redatte da un’antichissima civiltà che aveva conoscenze planetarie.

Gli Oppositori:

Partendo da presupposti di logica e razionalità, intendono dimostrare che la mappa fu realizzata utilizzando unicamente le conoscenze presenti all’epoca.
Per farlo si soffermano, principalmente sugli errori riportati dalla mappa, alcuni dei quali sono evidenti anche agli occhi di un osservatore non particolarmente preparato nella materia:

1 – Tutta l’area del mar dei Carabi è rappresentata in modo approssimativo e con palesi errori, sia di proporzioni che d’orientamento. Sembra riflettere l’immagine che i contemporanei avevano del Giappone e della Cina (Ossia le terre che Colombo credeva d’aver scoperto n.d.a.)
2 – Nella parte corrispondente all’odierno Brasile, il Rio delle Amazzoni è raffigurato due volte, ed una senza estuario; fanno notare, inoltre che l’estuario del fiume era già stato raggiunto da Ammerigo Vespucci nel corso del suo primo viaggio.
3 – Le Isole Falkland (Maldive), probabilmente furono avvistate sempre dal Vespucci, in data antecedente la stesura della mappa.
4 – La supposta Antartide, è rappresentata come congiunta alla Terra del Fuoco, e la parte finale del continente Sud Americano, ha un orientamento errato.

Ne concludono che la mappa di Piris Rei, non è altro che il collage, per altro di pregevole e d'intelligente fattura, delle conoscenze geografiche allora disponibili, con l’aggiunta di un pizzico di inventiva fantasiosa, cosa comune ai cartografi di quel periodo.

Le mie personali opinioni:

Le interpretazioni, presentate da entrambi i gruppi, potrebbero essere tutte condivisibili, la propensione per l'una o per l'altra teoria dipende solo dall'atteggiamento di ciascuno, ossia se ci si pone di fronte al problema con una predisposizione al mistero, o un atteggiamento freddamente razionale.
Personalmente non propendo molto per il mistero, ma ciò nonostante mi pare molto difficile giustificare in modo razionale, alcuni fatti: 
a – In quel periodo, per rilevare la linea delle coste, si utilizzavano metodi molto empirici, basati principalmente sull'osservazione visiva.
Per migliorare il risultato si doveva procede re con successive approssimazioni, cosa che comportava molto tempo; non si capisce, allora, come pur essendo state costeggiate le coste dell’America del Sud, da Cabral e da Vespucci, questi avessero potuto rilevarne i contorni con tale precisione.
b - Nella mappa di Piris sono rappresentate in modo quasi perfetto la grande Baia di Todos os Santos, e cosa ancor più sorprendente l’estuario del Rio della Plata; pur ammettendo che, questo, fosse stato già raggiunto da Vespucci, certo non ebbe il tempo ed il modo di rilevarlo con accuratezza.
La mappa indica anche con precisione lol'imboccatura dello Stretto di Magellano, scoperta dal navigatore portoghese nel 1521, ossia otto anni dopo la data d'estensione della mappa!
c - Sempre il Vespucci, conosceva certamente l’estuario del Rio delle Amazzoni, ma aveva risalito il corso del fiume solo per poche miglia, quindi non poteva sapere da dove nascesse, considerando anche che all’epoca la Cordigliera delle Ande era ancora ignota.
d - Vespucci, nel diario del suo terzo viaggio, racconta d’aver avvistato, a sud del Rio della Plata, una terra ( probabilmente le Falkland ), ma a causa di una burrasca (sicuramente un fronte freddo con forti venti da Sud, ben noto anche ai naviganti odierni. n.d.a.), fu costretto a rimanere alla cappa. Non ebbe, quindi modo di vedere le isole da vicino, né di determinarne la giusta posizione.
e – Rimane, poi, irrisolto il problema della Longitudine, che può essere determinata solo conoscendo la differenza oraria tra un meridiano prefissato di partenza (convenzionalmente è stato universalmente accettato quello passante per Greenwich ), e la posizione dell’osservatore. 
 Come già detto, questo calcolo divenne preciso solo dopo il 1753 con l’invenzione, ed il perfezionamento, del cronometro, per opera di Jhon Harrison
Occorre, però, dire che Ammerigo Vespucci asseriva di poter calcolare in modo soddisfacente la sua posizione in longitudine, con il metodo delle “Distanze lunari”.

Queste considerazioni, m’inducono a ritenere che, Piris Reis, difficilmente avrebbe potuto ricavare dalle osservazioni dei naviganti della sua epoca, le informazione utili a disegnare le coste del Brasile e dell’Argentina in modo cosi realistico.

Rimane quindi aperto il problema di dove e come Piris, avesse recuperato queste informazioni.

I Sostenitori sviluppano, al proposito, differenti teorie, alcune molto fantasiose.
Hapgood, ad esempio, suppone che nel continente Antartico avesse sede un’antica civiltà identificabile con il mito di Atlantide.
E’ accertato che l’Antartide, 11.000 anni fa, aveva un clima temperato, quindi, secondo Hapgood, i suoi abitanti, avrebbero potuto disegnare le mappe delle coste del loro continente (probabilmente unito alla terra del Fuoco) e di tutta l’America del Sud; un cataclisma planetario ( forse il Diluvio Universale? n.d.a.) avrebbe provocato il congelamento dell’Antartide, con conseguente scomparsa senza lasciare tracce, della civiltà evoluta che l’abitava.
I pochi superstiti al cataclisma, si sarebbero, allora, parsi per il mondo, portando con se alcune delle loro conoscenze, e le avrebbero passate ad altre civiltà, allora in via di sviluppo. (ad esempio gli Egizi, e da qui la possibilità che alcune mappe potessero essere presenti nella Biblioteca d’Alessandria. n.d.a.)
Altri suppongono che le carte sorgenti di Piris Reis, siano state realizzate da un’antica civiltà (Alieni?) che disponeva di una sorta di satellite Geo stazionario posizionato esattamente sulla perpendicolare del Cairo...

Ritengo che la teoria di Hpgood, potrebbe anche essere, in parte spiegabile, ma accogliendola, anche se con riserva, nascerebbe subito un altro problema di coerenza:
E’ universalmente ritenuto, che il livello dei mari, 11.000 anni fa, fosse più basso, quindi la linea costiera dei continenti doveva essere differente dall’attuale, e molto simile a quella corrispondente alla batimetria della piattaforma continentale.
Come sarebbe possibile che questa supposta antica Civiltà (terrestre o aliena che fosse), potesse disegnare le linee costiere dei continenti come ci appaiono oggi, e non come dovevano apparire allora?

Credo, in definitiva, che il mistero della Mappa di Piris Reis, sia destinato a rimanere tale, almeno fini a quando in un prossimo futuro, non emergano altri elementi o riscontri archeologici in grado di farne, definitivamente luce.

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