giovedì 8 ottobre 2009

Manfred Marktel va alle Kerguelen!!!


Ho incontrato Manfred Marktel a Salvador de Bahia, è la seconda volta che ci troviamo in questo porto Brasiliano, la prima fu nel 2006 quando era di ritorno dalla sua audace crociera alla Georgia del Sud, da allora è nata una sincera amicizia e siamo sempre in contatto, ma anche se ci siamo incontrati altre volte durante i nostri brevi soggiorni in Italia, da molto tempo non ci vedevamo nel nostro ambiente naturale, ossia sulle nostre rispettive barche, il “Maus” per Manfred, ed il “Jonathan” per me.
Da qualche tempo mi aveva annunciato il suo desiderio di compiere un’altra navigazione fuori delle rotte comunemente battute, andare fino alle isole Kerguelen, situate a 42°. 24 Sud e 69°. 36 West, circa 2000 miglia a Sud-Est del Capo di Buona Speranza.
Manferd a 67 anni ha ancora la forza, il coraggio e l’entusiasmo di affrontare navigazioni d’impegno non comune in solitario, apparentemente sembrerebbe che vi sia una vena di follia in tutto questo, ma parlando con lui e costatando con quanta meticolosa precisione e saggezza programma le sue imprese, e conoscendo la sua particolare filosofia di vita e di navigazione, si ha invece la certezza, che siano imprese assolutamente razionali.
Non posso fare altro che auto-citarmi con un brano di quanto ho scritto nel mio libro.

Rotta a Zig Zag
Incontri con i naviganti degli oceani
Edizione Il Frangente:

- Manfred Marktel è uno dei naviganti più singolari ed eccezionali che abbia mai incontrato nel corso dei miei viaggi per mare, sono certo che lui se ne schernirebbe, ma io non esiterei a paragonarlo a grandi navigatori del passato come l’argentino Vito Dumas e il più noto Bernard Moitissier.
Con Manfed c'incontrammo a Salvador de Bahia, noi provenienti da una navigazione bagnata ma calda, lui, come abbiamo visto, da una ben più difficile e fredda. Alcune analogie tra le nostre vite, non ultima l'età simile, Manfred mi è maggiore di tre anni, e il fatto d’essere entrambi nati lo stesso giorno del medesimo mese, il tre di marzo nel segno dei Pesci, favorirono fin da subito il nascere di una forte corrente di simpatia.
Manfred, ingegnere meccanico, è d’origine austriaca, ma fin da giovane si trasferì in Italia, dove compì una brillante carriera di manager, che lo fece viaggiare in tutto il mondo. Ma, come molti altri appartenenti al segno dei Pesci, Manfred ha sempre avuto negli occhi e nel cuore il sogno dell'avventura e del mare - non dimentichiamo l'illustre predecessore Bernard Moitissier, pure lui nato sotto questo segno -. Giunto sulle soglie dell'età della pensione, Manfred, decise che era ormai arrivato il momento di dare una svolta alla sua vita e di realizzare i suoi sogni. In lui hanno sempre convissuto un lato sognatore, che lo spinge ad audaci voli, accanto a uno molto razionale e di buon senso, da buon ingegnere e manager quale è stato, che gli dà modo di realizzare le sue avventure con piedi di piombo, senza lasciare il vuoto dietro di sé, e poco concedendo all'imprevisto.
Manfred ha avuto anche la fortuna di avere una moglie che capì essere meglio lasciarlo correre libero, mentre lei restava a casa a “coltivare l'orto di famiglia”, certa che per le festività natalizie e per le vacanze estive sarebbe rientrato dalle sue avventurose scorribande sul mare, per stare un poco con lei, con la figlia, e ora anche con il nipotino.
La barca scelta da Manfred per le sue navigazione è emblematica della sua razionalità e anche della sua filosofia dell'andar per mare. “Maus” è una solida barca d’acciaio, a scafo tondo e chiglia lunga, progettata da un maestro per le barche da crociera, “Van de Stad”, e costruita in Olanda. Assomiglia un poco al “Rustica” di Brjon Larsson, sebbene quest’ ultima fosse più piccola e costruita in vetroresina. Non sono barche veloci, i lupi di mare di banchina dei nostri Marina storcerebbero il naso di fronte ad esse, ma permettono sia lunghe navigazioni in mari difficili, il mare del Nord per il “Rustica” e i “cinquanta urlanti” dell'oceano del Sud per il “Maus”, sia equipaggi ridotti, anzi, nel caso di Manfred, ridotto al minimo indispensabile: uno solo.
Manfred non naviga per viaggiare e visitare paesi nuovi, come facciamo Silvia e io, Manfred naviga per il puro gusto di solcare, in solitaria, vaste distese di mare, filosofia racchiusa nelle sue stesse parole: “Quando il motivo del viaggio non è la meta, il viaggio stesso diventa la meta”. Ed è proprio per questo che mi sento di accomunarlo con Dumas e con Moitissier, che non hanno mai navigato per raggiungere una meta, anche per loro la meta era il viaggio.-

“Buon vento, Manfred, e che gli dei del mare ti siano propizi!”

2 commenti:

  1. Che bello leggerti! Sto aspettando l'arrivo del libro! Quando si organizza una cena trentina? Buon vento, Marco (Tucano)

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